1. Alberto Sicuella, storico attivista del Movimento 5 Stelle ma candidato sindaco a Lecce con un progetto civico autonomo. Cosa c’è alla base di questa scelta?

L’evidenza nei numeri e nei fatti che la politica non rappresenta più gran parte della cittadinanza ma prevalentemente cerchie ristrette interessate, direttamente o indirettamente, più a logiche di potere che non alla funzione del servizio pubblico. L’astensione, oltre ad una scarsa cultura democratica, è la logica conseguenza di una consapevolezza diffusa ovvero che la politica non solo non offre risposte adeguate, ma non sa porre e porsi le domande giuste.

2. Il Movimento 5 Stelle dopo un lungo dibattito interno con la base a metà marzo ha sciolto la riserva decidendo di scendere in campo a sostegno del sindaco uscente Carlo Salvemini. Come giudica questa scelta?

Incoerente ma pur sempre una scelta, come tale rispettabile. Non la condivido nella forma e nella sostanza, e non la condivideva la maggioranza della base, tantomeno il consigliere comunale. Il mio nome veniva fuori proprio da una proposta e per un progetto alternativo. Sappiamo come è andata a finire.  

3. Continuerà a restare iscritto al Movimento?

Sono iscritto dalla sua nascita e al suo interno ho sempre esercitato con passione e serietà il mio pensiero critico e continuerò a farlo. Auguro per il bene del Movimento la cacciata dei mercanti dal Tempio, non l’esclusione di chi quel Tempio ha contribuito a costruirlo con lealtà, idee e dedizione.

4. Il centrosinistra in campo con Carlo Salvemini, la coalizione di centrodestra con Adriana Poli Bortone: qual è la sua personale opinione rispetto ai due avversari?

Rispetto e stima per due interpreti del passato e del presente che rappresentano due facce della stessa medaglia ovvero la mancanza di idee all’altezza delle sfide del futuro. Il centro destra in 7 anni di opposizione non ha maturato una nuova classe dirigente, eppure di giovani e meno giovani in gamba ce ne sono. Non può e non deve bastare un fenomeno della politica locale a togliere le castagne dal fuoco. Il centro sinistra si è mostrato schiavo delle ideologie di facciata, a pagarne le conseguenze è l’intera città che vede in atto una trasformazione subita e non governata. Un Governo cittadino, modello Emiliano, che alimenta ambiguità evidenti non nel cosa ma nel come il programma è stato realizzato. Ed in tal senso gli scempi sono innumerevoli, alcuni passati in secondo piano solo per un’opinione pubblica anestetizzata da una parte, rabbiosa dall’altra.

  • La sua non è l’unica proposta civica alle urne: dovrà vedersela anche con Agostino Ciucci. Teme che questa alternativa possa ostacolare il suo percorso oppure vi rivolgete a un elettorato differente?

Per me la democrazia è partecipazione e la partecipazione non è mai un ostacolo.

Ben vengano alternative, ce ne fossero. E’ proprio perché la dicotomia propagandistica del sistema bipolare non rappresenta gran parte dell’elettorato, ho scelto di incaricarmi di rappresentare un elettorato che vuole anteporre le idee alle ideologie, le persone alle poltrone, le strade alle segreterie.


6) Qual è il programma su cui sta puntando per Lecce? E come i leccesi le sembra stiano rispondendo alla sua proposta?

Già il programma. Siamo gli unici ad essere partiti da lì, dalla pubblicazione del programma che proponiamo alla città. Un programma che si compone di sei aree strategiche. Ognuna di queste contempla scelte che vanno nel merito dei problemi e non si fermano ad iniziative di facciata. I leccesi, sono inconsapevolmente disinformati, perché il sistema attuale tende ad una strategia becera che preferisce escludere e non includere, perciò non sono informati della presenza di alternative e continua a mancare un confronto tra tutti i candidati sindaco da cui recentemente Poli Bortone e Salvemini si sono sfilati. Sarà l’entrata in vigore della par condicio a garantire il minimo sindacale? Me lo auguro. Intanto, sebbene faticosissimo, il percorso abbraccia sempre più persone che colgono con reale entusiasmo e stupore la nostra proposta. Ne sono orgoglioso e felice.

7) In caso di ballottaggio ha già scelto da che parte stare? Con Salvemini o Poli Bortone?

Sono candidato Sindaco perché so già da quale parte stare, dalla parte dei cittadini. Se ci sarà ballottaggio valuteremo le condizioni nel rispetto delle indicazioni che verranno dall’elettorato a cui ogni buon politico è chiamato a dare risposta. Sono un uomo libero, siamo persone libere e sappiamo che lo stato di salute della democrazia non dipende solo dalle forze di Governo, ma dalla consistenza dei contrappesi e delle opposizioni. Sapremo farci valere, sapremo scegliere, per l’unico interesse che stiamo coltivando: il futuro di Lecce.

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